Bond subordinati, rimborso da record a un risparmiatore

Un milione di euro, a risarcimento dei due investiti in bond subordinati di Banca Marche perchè non era stato adeguatamente informato dei rischi che correva. E’ il rimborso record ottenuto per la prima volta da uno dei risparmiatori delle quattro banche finite in liquidazione (Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti). La somma è stata riconosciuta a un imprenditore marchigiano di 52 anni dall’ Anac, l’Autorità anticorruzione, che da fine marzo con due collegi arbitrali sta esaminando le domande presentate da circa 1700 risparmiatori. E a versarla sarà il Fondo interbancario. In tre mesi e mezzo l’Anac ha esaminato 588 istanze, accogliendone 444, cioè il 75%. Ed ha riconosciuto rimborsi per oltre 15 milioni ai risparmiatori di Banca Etruria e Banca Marche e delle Casse di risparmio di Ferrara e Chieti “Mi avevano detto che si trattava di un titolo sicuro e che non avrei corso rischi, e io mi sono fidato”, ha raccontato l’uomo quando, davanti al collegio arbitrale che ha esaminato il suo caso, ed ha spiegato le ragioni per le quali nel 2007 investì in quattro tranches quei 2 milioni di euro; spinto anche da un rapporto consolidato e risalente nel tempo con l’istituto di credito. Per il riconoscimento di un rimborso così alto (per l’esattezza 972 mila di euro, pari alla metà di quello che il risparmiatore aveva investito e perso) è stata determinante una circostanza. Nella profilatura fatta dalla banca per la sottoscrizione dei bond subordinati, l’investitore risultava avere un’esperienza alta in materia finanziaria, come pure un’alta propensione al rischio. Non era però così, come l’imprenditore – che ha come titolo di studio la licenza media – è riuscito facilmente a dimostrare. Lo ha fatto peraltro allegando una scheda precedente della stessa banca, in cui gli venivano attribuite una conoscenza finanziaria e una propensione al rischio basse. E quando questa documentazione è stata mandata dall’Anac a Banca Marche, l’istituto non ha opposto nessuna difesa. L’imprenditore aveva chiesto che gli venisse restituito tutto. Ma l’Anac ha deciso per la metà della somma: perchè se è vero che non era consapevole dei rischi che correva, essendo però il titolare di un’ azienda con un grosso giro di affari, aveva strumenti adeguati per poter comprendere l’effettivo rischio degli investimenti effettuati. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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