Inchiesta Vate, De Fanis: mai preso mazzette, chiesti solo contributi elettorali

“Non ho mai preso tangenti, ho chiesto solo contributi elettorali, con l’intenzione di regolarizzarli successivamente”. Così l’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, davanti al tribunale collegiale di Pescara, ascoltato in qualità di imputato nell’ambito del processo sulle presunte tangenti nel settore Cultura della Regione, nato da un’inchiesta del 2013 denominata ‘Il Vate’. Oltre a De Fanis sono imputati il rappresentante legale dell’associazione ‘Abruzzo Antico’, Ermanno Falone, il responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo, Rosa Giammarco, e l’imprenditore Antonio Di Domenica, accusati a vario titolo di concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa, peculato, abuso e falso.  Il presidente del tribunale collegiale ha aggiornato l’udienza al 28 giugno, per la requisitoria del pm e le aringhe delle difese, mentre per il 19 luglio sono attese le repliche e la sentenza. Il processo mira a far luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina l’organizzazione, l’adesione e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali. Per questa vicenda l’ex assessore De Fanis trascorse quattro mesi agli arresti domiciliari.

Tra le contestazioni, anche quella di avere utilizzato la macchina della Regione per andare a Roma, presso la sede delle Poste, con la finalità di raccomandare “i famigliari di Lucia Zingariello”, la ex segretaria con la quale ha avuto una relazione, e poi a Bologna, per una visita medica dell’ex segretaria, ma anche per accompagnare i suoceri della Zingariello a Fermo e a Roma. Tra i vari episodi citati dall’accusa, De Fanis ha riconosciuto soltanto il primo, relativo all’invio dell’auto della Regione, “per andare a riprendere i suoceri della Zingariello a Fermo”. Ad una precisa domanda del pm sui suoi rapporti con la Zingariello, che per questa vicenda ha patteggiato una pena di un anno e 11 mesi di reclusione, De Fanis ha ammesso di avere avuto “un interesse affettivo, che è stato un errore, risalente ad un momento particolare della mia vita”. Sempre oggi sono stati ascoltati Ermanno Falone, il quale ha detto di non sapere che De Fanis avesse chiesto contributi elettorali a Mascitti o ad altri, e Rosa Giammarco, che ha dichiarato di avere parlato con De Fanis dell’associazione ‘Abruzzo Antico’ come parlava comunemente di altre associazioni.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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