Cav in crisi, dubbi dei vincitori

Cav in crisi, dubbi dei vincitori
(di Achille Lucio Gaspari) 

I vincitori di sabato sono gli stessi che avevano vinto il 4 marzo. Di Maio ha ottenuto ciò che aveva chiesto, la presidenza della Camera e Salvini ha ridimensionato definitivamente l’ex cavaliere. Aveva infatti l’intenzione di far cambiare cavallo a Berlusconi visto che Romani era invotabile per i 5 stelle, e lo ha fatto con una modalità, lo strappo nella seconda votazione, che ha palesato in modo chiaro i rapporti di forza all’interno del Centro Destra; le reazioni isteriche di Berlusconi e di Brunetta stanno a dimostrarlo.

Berlusconi, via del tramonto

Prevedere che la notte avrebbe portato consiglio, e che Silvio si sarebbe rimangiato le minacce di rottura era molto facile. Ci si può domandare come mai Berlusconi abbia insistito così pervicacemente su Romani. Talvolta gli anziani diventano capricciosi come i bambini, ma non mi sembra questo il caso. Berlusconi aveva intuito l’esistenza dell’accordo tra Salvini e di Maio e voleva farlo saltare per tentare di sostituirlo con un accordo con il PD. Il nome di Romani era funzionale a questa strategia che si è dissolta nel nulla, facendo fare a Salvini una ottima figura. Cosa comporta questa vicenda nell’iter della formazione del nuovo governo? Ricapitoliamo la attuale situazione.

Forza Italia in caduta

Berlusconi non vuole assolutamente andare a nuove elezioni perché il suo ridimensionamento a vantaggio della Lega continuerebbe in modo consistente; ha anche la necessità di stare al governo per meglio curare i suoi affari ma non ha i numeri per fare alleanze di governo da solo.
Sarebbe anche disposto ad un governo con i 5Stelle che godrebbe di una maggioranza molto ampia e potrebbe durare per tutta la legislatura, ma sa che questa soluzione è impraticabile per la indisponibilità di Di Maio. La soluzione preferita è quella di un accordo con il PD, e sarebbe sufficiente anche una semplice astensione del partito di Martina.

Il ruolo del PD

Non dimentichiamoci che con un esito elettorale diverso oggi avremmo trattative per un governo Forza Italia –Pd a guida renziana. Ma anche questo accordo sembra difficile perché osteggiato da Salvini e probabilmente anche da una quota consistente degli eletti del PD. Il PD preferisce un confronto elettorale non troppo prossimo, anche se riuscirebbe a contenere le ulteriori perdite.

Di Maio, doppia opportunità

Da quando esiste la Seconda Repubblica chi ha governato ha sempre perso le successive elezioni, questa è la regola, poi possono esserci le eccezioni ma per chi fa piani strategici e bene attenersi alle regole. Ecco perché il PD ha scelto, almeno fino ad ora, di stare all’opposizione e se ci stesse da solo guadagnerebbe i frutti maggiori. Se però un governo Centro Destra –5 Stelle o Lega-5 Stelle (con l’apporto di ulteriori voti perché i due soggetti da soli non bastano) non ci fosse, per non andare alle elezioni rapidamente un governo dovrebbe contribuire a formarlo e la scelta più gradita sarebbe un governo del presidente con tutti dentro. Di Maio otterrebbe vantaggi sia da una posizione di opposizione, sia da una posizione di governo e quindi può scegliere tra diverse strategie.

Salvini, nuovo leader

Cosa ha in mente Salvini? Probabilmente vuole il controllo assoluto del Centro Destra e ritornare ad una posizione bipolare di confronto con i 5 Stelle. Ha pertanto bisogno di tornare rapidamente alle urne con una diversa legge elettorale. Difficile prevedere oggi cosa accadrà perché non siamo nella testa dei Leaders politici, i quali sono usi cambiare opinione anche sulla base di sondaggi settimanali. La domanda cui è possibile tentare di dare una risposta è questa: quanto durerà l’attuale legislatura?

Legislatura, fragile e a rischio

La precedente è durata i 5 anni canonici ma il PD alla Camera aveva una ampia maggioranza; oggi la situazione è diversa e peggiore. Proviamo rispondere: un governo del presidente sostenuto da tutti i partiti non andrà oltre un anno di durata e si tornerà a votare in concomitanza con le elezioni europee; un governo 5Stelle-Lega con nel programma una modifica della legge elettorale durerà altrettanto poco perché è evidente che i due leaders vogliono tornare a votare per completare il lavoro. Un governo centro Destra –PD o più probabilmente 5Stelle-PD durerebbe sicuramente di più e la sua durata starebbe nelle mani del Partito Democratico.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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