Cna, in Abruzzo perse 4.206 imprese in 5 anni 

“Ogni chiusura e’ un danno economico per il territorio, ma anche una perdita di saperi, competenze e mestieri. Abbiamo avanzato una serie di proposte alla Regione, che pero’ non ha investito neanche un euro sui nostri progetti per rilanciare l’artigianato”. Con queste parole Savino Saraceni, presidente regionale di Cna, lancia l’allarme sulla crisi del comparto in Abruzzo, certificata dallo studio compiuto da Aldo Ronci su dati Movimprese. Dallo studio di Ronci emerge come in Abruzzo, negli ultimi 5 anni, l’insieme delle imprese attive sia diminuito di 4.206 unita’, passando da 131.072 del 2012 a 126.866 del 2017, evidenziando una flessione del 3,21%, valore doppio rispetto all’1,71% nazionale. Nel 2017 il saldo tra nuove iscrizioni delle imprese e cancellazioni mette in luce un incremento di 563 unita’, che si traduce una crescita dello 0,38%, piu’ modesta rispetto al dato nazionale dello 0,75%. Se inoltre al saldo si somma il dato relativo alle cancellazioni d’ufficio, nel 2017 il numero delle imprese attive in Abruzzo subisce una flessione di 197 unita’ rispetto all’anno precedente. Il quadro e’ ancora piu’ critico nel settore dell’artigianato, considerando che in Abruzzo nel 2012 erano attive 34.909 imprese, scese a quota 30.451 nel 2017, con un decremento di 4.458 unita’, che in valori percentuali si traduce in una flessione del 12,77% (contro il -7,73% registrato a livello nazionale). Il saldo tra iscrizioni e cessazioni, nell’artigianato abruzzese, nel 2017 evidenzia un decremento di 600 unita’, frutto di 1.668 iscrizioni e 2.268 cancellazioni. La flessione maggiore riguarda la provincia di Chieti (-221 imprese). A seguire L’Aquila (-160), Pescara (-138) e Chieti (-81). I decrementi percentuali delle quattro province abruzzesi sono tutti superiori al dato nazionale (-0,84%). Le imprese artigiane, in Abruzzo, hanno subito variazioni negative in quasi tutte le attivita’ economica, ma in particolare nelle costruzioni (-345 unita’), nell’industria manifatturiera (-161), nei trasporti (-42) e nella ristorazione (-28). In lieve controtendenza i settori pulizia e giardinaggio (+20 unita’) e servizi alla persona (+12).

“Con la riforma del titolo V della Costituzione le competenze in materia di artigianato sono state demandate esclusivamente alle Regioni – rimarca il direttore regionale di Cna, Graziano Di Costanzo -. In Abruzzo c’e’ la legge 23 del 2009 che non e’ mai stata finanziata e noi a fine anno avevamo chiesto alla Regione, in virtu’ degli avanzi di bilancio, di finanziare con 7 milioni di euro la nostra proposta articolata in 10 punti, che avrebbe generato un impatto su 3.000 imprese e creato tra i 500 e i 700 posti di lavoro. Non abbiamo avuto riscontri – prosegue Di Costanzo -. La realta’ e’ che si presta molta attenzione alla grande e media impresa, dimenticando che in Abruzzo il 54% degli occupati lavora in aziende che hanno tra 0 e 9 dipendenti”.

La replica della Regione Abruzzo

 “Nel terzo trimestre 2017 i registri delle Camere di commercio abruzzesi hanno rilevato la nascita di 1.589 imprese e la cessazione di 1.390, il saldo e’ positivo (+199) e diventa ancor piu’ consistente (+425) al netto delle cancellazioni d’ufficio”. Lo scrive Andrea Catena, consigliere per le relazioni politiche e sindacali del presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, replicando a quanto diffuso oggi dalla Cna che, registrando negli ultimi 5 anni una diminuzione del numero di imprese di 4.206 unita’ (-3,21%), ricordava di aver “avanzato una serie di proposte alla Regione che pero’ non ha investito neanche un euro sui nostri progetti per rilanciare l’artigianato”. “Sia il rapporto Svimez sia i piu’ recenti dati Istat sull’occupazione – continua Catena – dimostrano che l’Abruzzo continua ad essere ragione traino del Mezzogiorno con 512mila occupati: abbiamo recuperato i livelli pre-crisi, con un tasso di occupazione del 59,2% superiore alla media nazionale e il piu’ alto dal 2002”. “Il sistema imprenditoriale regionale ha fatto rilevare un tasso di crescita pari a 0,29, quasi allineato a quello nazionale (0,30), che pone l’Abruzzo al settimo posto tra le regioni. Lo stock di imprese registrate in Abruzzo al 30 settembre 2017 ammonta a 148.055, +0,1% rispetto al trimestre precedente. E’ quanto emerge da elaborazioni che il Cresa ha svolto sulla base di dati Infocamere-Movimprese, il Sistema informativo delle Camere di Commercio”.

La controreplica di Mauro Febbo

“La Regione vorrebbe nascondere il disastro economico che incombe sull’economia regionale, ma i dati diffusi dalla Cna, ma anche del Cresa e Bankitalia, sono incontrovertibili e confermano tutte le nostre preoccupazioni denunciate in questi ultimi mesi nel corso dei quali abbiamo rimarcato come l’Abruzzo sia in forte ritardo. Quindi, Catena, nuovo ventriloquo, farebbe bene a studiare e a lavorare (non come ha sempre fatto in qualita’ di funzionario di partito o incaricato) sull’andamento dei dati”. Questo il commento del consigliere regionale Mauro Febbo. “L’analisi effettuata dal professor Ronci, considerato a tutti i livelli un esperto economista, e’ riferita agli ultimi cinque anni, incluso il 2017, e non a un trimestre, mettendo a fuoco il problema di un comparto fondamentale come l’artigianato. A fronte di questa crisi la Regione fa finta di niente, anzi non utilizza le risorse, quelle vere, europee. Tant’e’ che anche in sede di approvazione, a dicembre scorso, dell’ultimo Bilancio di previsione 2018 l’esecutivo regionale non ha voluto inserire nessuna risorsa o misura di sostegno all’artigianato, cosi’ come richiesto attraverso i nostri emendamenti, che la maggioranza delle Regioni italiane utilizzano”. “Ricordo – aggiunge Febbo – che il numero totale delle imprese attive abruzzesi, dal 2013 al 2017, ha subito una flessione di ben 4.206 unita’ influenzata proprio dalla dinamica delle imprese artigiane. Pertanto – conclude Febbo – il Presidente D’Alfonso che gira con il suo megafono Bob nei mercati rionali abbia il coraggio di spiegare il ritardo dei fondi europei e il lassismo del suo esecutivo nell’aggredire la crisi economica che attanaglia l’artigianato e la piccola impresa”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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