Elezioni, Movimento 5 Stelle e Centrodestra si dividono i collegi abruzzesi uninominali

Nelle sfide nei 7 collegi uninominali in Abruzzo, Camera e Senato, il Movimento Cinque Stelle conquista cinque collegi e il Centrodestra restanti 2. Il M5S ha sfondato in Abruzzo dove si pone tra il 39 e 40 per cento, superando il centrodestra che si attesta intorno al 36. In questa coalizione, in controtendenza nazionale, Forza Italia e’ sopra alla Lega Nord. Crolla il Pd, male Liberi e Uguali. Nel collegio maggioritario senatoriale di Pescara, e’ ufficiale la vittoria al senato del giornalista abruzzese ed ex direttore del quotidiano “Il Centro”, Primo Di Nicola, sul sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino, di Forza Italia: in questo collegio fuori dai giochi la senatrice pescarese e sottosegretario uscente alla giustizia Federica Chiavaroli di Civica popolare. Nel collegio uninominale senatoriale L’Aquila-Teramo vince l’esponente di Noi con l’Italia-Udc Gaetano Quagliariello, senatore uscente abruzzese ed ex ministro nel governo tecnico di Monti. Quagliariello ha battuto la grillina aquilana Emanuela Papola, terzo l’ex sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, per il Partito Democratico. Negli altri collegi uninominali relativi alla Camera dei deputati si affermano i grillini Carmela Grippa (a Vasto in provincia di Chieti sul sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio di Noi con l’Italia-Udc), Antonio Zennaro (a Teramo su Rasicci della Lega), Andrea Colletti, parlamentare uscente, (a Pescara su Guerino Testa, Fratelli d’Italia e Daniele Del Grosso (a Chieti sulla forzista Emilia De Matteo). Nel collegio uninominale alla camera dell’Aquila, vince nettamente il forzista Antonio Martino, imprenditore abruzzese, sul pentastellato Giorgio Fedele.

I nomi del proporzionale

La lista degli eletti nei collegi plurinominale non nasconde qualche sorpresa in Abruzzo. Difatti, se l’exploit del Movimento 5 Stelle porta in Parlamento alla Camera Gianluca Vacca, Daniela Torto, Valentina Corneli e Fabio Berardini, per il centrodestra si registra l’esclusione di Paola Pelino a favore di Giuseppe Ercole Bellachioma. In base ai calcoli nazionali difatti per la coalizione entrano Gianfranco Rotondi e Silvana Andreina Comaroli (Lega). 

Alla Camera per il Pd entrano Stefania Pezzopane e Camillo D’Alessandro.

Al Senato invece per il M5S entrano Gianluca Castaldi e Gabriella Di Girolamo. Per la Lega entra Alberto Bagnai, e per Forza Italia ce la fa Nazario Pagano. Nel centrosinistra invece eletto Luciano D’Alfonso.

Affluenza

E’ stata del 75,29% l’affluenza alle urne in Abruzzo per le politiche 2018 per la Camera quando mancano i dati di 5 comuni (300 su 305). Per il Senato del 75,09%. Dati leggermente sopra il parziale nazionale rispettivamente del 72,96% e del 73,7%. Il definitivo sull’ affluenza per la provincia dell’Aquila per la Camera e’ di 74,75%; per la provincia di Pescara del 75,54%. Per la provincia di Teramo affluenza del 75,71 quando manca il dato di un comune, e a Chieti di 75,16% (100 comuni su 104). Nel capoluogo di regione l’affluenza alla chiusura dei seggi, per la Camera, e’ stata del 76,47% mentre a Pescara del 74,89%.

Analisi nazionale. Renzi si dimette

“Come sapete e come è doveroso, mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta, una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova all’interno del Pd”. Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi al Nazareno che annuncia le dimissioni da segretario del Partito Democratico. “E’ ovvio che io debba lasciare la guida del partito democratico”, ha detto. “Avevamo detto no a un governo con gli estremisti, non abbiamo cambiato idea. Non c’è nessuna fuga. Terminata la fase dell’insediamento del Parlamento  – ha detto ancora – e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta”.  Serve “un congresso che a un certo punto permetta alla leadership di fare ciò per cui è stato eletto. Non un reggente scelto da un ‘caminetto’, ma un segretario scelto dalle primarie”, ha aggiunto. “Diciamo tre no: no agli inciuci, no ai caminetti: l’elemento costitutivo del Pd sono le primarie, no agli estremisti’. 

Le prime analisi dei flussi indicano che sono stati principalmente i pentastellati a ‘prosciugare’ i consensi dei dem. Mentre il Carroccio ha pescato soprattutto da Forza Italia. E’ cambiato il sistema elettorale, dal Porcellum maggioritario del 2013 all’attuale Rosatellum, misto, con conseguenti intoppi nelle operazioni di voto e negli scrutini (che a ventuno ore dalla chiusura delle urne non sono ancora completati). Ma pochi numeri bastano per capire la scossa data dalle urne: il Pd di Bersani aveva raccolto 5 anni fa 8,6 milioni di voti alla Camera (25,43%), secondo per un soffio dietro M5S (25,56%). I Dem ieri hanno perso quindi ben 2,6 milioni di voti scendendo al 18%. Inversa la traiettoria dei Cinquestelle, che hanno raccolto i consensi di 10,6 milioni di italiani (32,6%), due milioni in piu’ rispetto al 2013. Molto piu’ alto il balzo dell’altra grande vincitrice del 4 marzo, la Lega, che ha quadruplicato i voti: da 1,3 milioni (4%) a 5,6 milioni (17,4%). Il Carroccio e’ cosi’ diventato il terzo partito italiano, superando per la prima volta il tradizionale alleato Fi, rimasto fermo al 14% (4,5 milioni di voti contro i 7,3 milioni incassati dal Pdl nel 2013): una perdita di quasi tre milioni di consensi. A livello di coalizioni, esce cosi’ vincente quella di centrodestra (37%), con gli alleati Fdi e Noi con l’Italia insieme a Lega e Fi. Il centro sinistra si ferma al 22,8%, con i ‘cespugli’ +Europa, Insieme, Civica Popolare e Svp aggregati al Pd. L’analisi territoriale del voto, offre dunque un’Italia spaccata in due: M5S domina quasi incontrastato al Sud, il centrodestra al Nord. Piu’ variegato il Centro. Alla Camera, solo i seggi di Gioia Tauro e Vibo Valentia, in Calabria e di Agropoli, in Campania, vanno al centrodestra impedendo l’en plein pentastellato in tutti i collegi uninominali del Meridione. Mentre al Senato solo Reggio Calabria (centrodestra) sfugge ai grillini. In Sicilia (28 a 0 nell’uninominale), Sardegna (9 a 0), Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Molise il partito di Di Maio supera nettamente il 40%. Sfiora il 40% in Abruzzo ed e’ al 35% nelle Marche. Salendo a Nord e’ il centrodestra a dominare con l’accoppiata Lega-Fi. Fa eccezione l’Alto Adige, tradizionalmente in mano a Svp che ha sostenuto la candidata vincente del Pd Maria Elena Boschi, mentre in Trentino tutti i collegi uninominali sono andati al centrodestra. Sorprendono tuttavia i risultati del partito di Matteo Salvini al Sud ed al Centro: e’ al 10% in Sardegna, al 6% in Puglia e Basilicata, all’8,6% in Molise, al 13,8% in Abruzzo, al 17% nelle Marche, al 20% in Umbria, al 17% in Toscana. Per il Pd e’ notte fonda. Riesce ad essere ancora primo partito solo in Toscana (29,6%), mentre perde di poco in Emilia Romagna (26,3% contro i 27,5 del M5S). C’e’ poi ‘l’anomalia’ delle metropoli con la coalizione di centrosinistra che la spunta in alcuni collegi a Roma, Milano e Torino. Nell’uninominale di Roma 1 il premier Paolo Gentiloni riporta una netta vittoria con il 42% dei voti distanziando di ben 12 punti percentuali il candidato di centrodestra. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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